“Il mio Capo è un idiota” e tu cosa sei? Un genio incompreso?

1 – Tenere sotto controllo le performance e i comportamenti dei collaboratori.
2 – Intervenire tempestivamente quando le criticità si manifestano: è difficile, pesante, dal risultato incerto, ma parlarsi è l’unico modo per evitare che le cose peggiorino.
3 – Mettersi in discussione: cercate di capire come le vostre scelte hanno influito nel creare una situazione critica.

1 – Far finta di niente ed evitare il contatto con la persona in questione.
2 – Ignorare la necessità di dedicare tempo alle attività di People Management: fa parte del ruolo imprenditoriale, fatevene una ragione.
3 – Improvvisare: il rischio di peggiorare la situazione è dietro l’angolo. Consultatevi con qualcuno del mestiere.

Il complesso rapporto umano che sta alla base del rapporto di lavoro: Dipendente vs. Capo.

Oggi ho deciso di infilarmi, volutamente, in una nassa senza via di uscita, riflettendo sulle difficoltà del ruolo dell’Imprenditore.

Non posso più esimermi, me ne stavo alla larga, sapendo quanto l’argomento fosse spinoso, spesso lacerante e divisivo, essendo ampiamente condito di pura ideologia.
Non solo. È tanto più difficile e complesso quanto più si ammette che il vincolo contrattuale (il contratto di lavoro) non fa che amplificare il problema relazionale.
E, se non fosse abbastanza, una ulteriore difficoltà è aggiunta dalla posizione gerarchica, dalla superiorità o inferiorità del ruolo che spesso non corrisponde alle reali capacità di chi quel ruolo riveste (o almeno è ciò che fa comodo credere).

Ricordo di aver letto qualche tempo fa un articolo dal titolo eloquente “I dipendenti non scappano dalle aziende, ma da capi incapaci” e mi sono detta “Beati loro che possono scappare!”.
Se un Imprenditore si ritrova un dipendente incapace (o peggio che ha deciso di smettere di essere capace) non può certo scappare … lunga e costosa sarebbe la via di fuga!
Io, ai Dipendenti dei miei Clienti che spesso si lamentano dei loro Datori di Lavoro, dico:

“Ricordatevi che voi, a differenza sua, siete liberi, liberi di cercarvi un altro lavoro, dove potrete sentirvi valorizzati, appagati, rilassati. Se non stimate la persona con cui lavorate, se ritenete di essere sfruttati, seguite il mio consiglio, andatevene; andate ad offrire il vostro talento altrove, ve lo meritate.

Ma, se decidete di rimanere, non trasformate questo posto in un inferno per dare sfogo alla vostra insoddisfazione.

Abbiate coraggio! Se vi sentite più intelligenti, più capaci, più competenti di chi vi circonda o peggio di chi vi guida, se siete sicuri delle vostre abilità, non negatevi la possibilità di ottenere il meglio: andate!”.

Secondo voi? Funziona? Quanti, con serietà e onestà, vanno? Quanti smettono di lamentarsi e sobillare? Quanti continuano a rendere il loro ambiente di lavoro un inferno?

Cari colleghi Imprenditori, ora il consiglio lo dò a voi: cercate di prevenire questi problemi (se siete ancora in tempo!), non ignorate il fattore umano, l’azienda è fatta di persone e, che vi piaccia o no, imparare a gestirle è una delle chiavi del successo … o quanto meno della salvaguardia delle vostre interiora!!!

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