Fare strategia vuol dire … non fare la fine di Kodak

  1. Raccogliere informazioni (la principale fonte è il Cliente), analizzare costantemente gli scenari e le mosse dei propri competitori.
  2. Trovare uno specchio (un supporto esterno) che faciliti la valorizzazione dei punti di forza e l’analisi delle criticità aziendali. Raccontarsela fra sé e sé può essere rischioso. Biancaneve & C. insegnano!
  3. Organizzare gruppi di lavoro, coinvolgendo i propri collaboratori nella gestione del processo strategico.
  1. Avere paura di rinunciare al proprio core business.
  2. Andare a rilento: arrivare tardi spesso equivale a non arrivare. Decisione presa? Avanti veloce!
  3. Pensare che avere una strategia sia “roba da grandi” (aziende).

Spirito di osservazione, curiosità, capacità di analisi, intuito, costante pulsione a dubitare e a mettere in discussione le proprie certezze. Queste sono le premesse.

Fare strategia non è un atto creativo, è un processo al quale ciascun Imprenditore non dovrebbe rinunciare mai e, al contrario, dovrebbe allenarsi costantemente nel metterlo in pratica.

E’ un processo che si mette in moto di fronte alla necessità di cambiare. Esatto! Ma è la necessità di cambiare che spesso non viene percepita!

A nessuno viene in mente di fare una strategia se tutto appare sotto controllo, se manca un progetto, se l’unico obiettivo aziendale è chiudere il bilancio senza scosse anno dopo anno.

L’urgenza di avere una strategia parte dall’osservare ciò che accade attorno alla nostra azienda, dal non ignorare i segnali del cambiamento, dal desiderio di rimanere in gara. Solo allora sorge la domanda: “Come cambiare e in quale direzione?”.

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